Andreas van Wescle, conosciuto come Andrea del Vesalio, nacque a Bruxelles il 31 dicembre 1514 e morì a Zante il 15 ottobre 1564. Fu il fondatore della moderna anatomia.

Nacque in Belgio da famiglia benestante. Le sue origini, certamente non umili, gli permisero di raffinare la sua istruzione già profonda: formò il suo pensiero in età giovanile presso Lovanio, Montpellier e infine presso Parigi. Proprio a Parigi, non sufficientemente apprezzato dai propri maestri – che non ne compresero mai pienamente le qualità – e resosi conto dell'inadeguatezza concreta della dottrina medica applicata in quel periodo, Vesalio partì per Basilea.

Laureatosi a Padova il 5 dicembre del 1537, già il giorno successivo venne nominato "lettore" di chirurgia, incarico che all'epoca prevedeva anche l'insegnamento teorico e pratico dell'anatomia.

Tenne la sua prima lezione pubblica dissezionando un cadavere e spiegando sia gli organi sia la tecnica usata nel gennaio del 1540.

Con la pubblicazione delle Tabulae anatomicae sex (Venezia 1538), ampi fogli volanti costituiti da schematici disegni e da concise didascalie, inizia la sua personale produzione anatomica didattico-scientifica che raggiunse l'apice con il De humani corporis fabrica (Basilea 1543), perfetta sintesi di rigore scientifico e bellezza artistica.

Insegnò anche a Bologna e Pisa, dove sotto Cosimo I dei Medici inaugurò il teatro anatomico di via della Sapienza.

Morì a causa della sua professionalità. In Spagna fu medico personale di Filippo II, e proprio per questo gli fu permesso di sezionare il cadavere di un gentiluomo morto da poco. La morte era apparente e appena scoperto il cuore si vide che palpitava. Condannato a morte dall'inquisizione sotto accuso d'aver vivisezionato un uomo, grazie alla mediazione di Filippo II, riuscì a commutare la pena con un pellegrinaggio a Gerusalemme. Nel viaggio di ritorno cadde malato e fu sbarcato sull'isola di Zante dove morì nel 1564.

Fu caposcuola importante, fra gli allievi più importanti si possono annoverare Realdo Colombo suo successore alla cattedra di Padova, Gabriele Fallopio (il suo nome ha diverse trascrizioni) che divenne professore a Pisa e Andrea Cesalpino che osservò per primo numerose particolarità della circolazione sanguigna.

 

I suoi testi

 

Vesalio pubblicò a Venezia nel 1538 le Tabulae Anatomicae Sex dove iniziò ad usare la moderna terminologia medica e il più importante De humani corporis fabrica nel 1543 a Basilea che viene considerato uno dei testi base della anatomia moderna. Le tavole anatomiche furono illustrate da un allievo della scuola del Tiziano.

 

L'indipendenza da Galeno

 

Un esempio del processo di maturazione e di progressivo affrancamento di Vesalio dall'accettazione acritica delle teorie galeniche durante il periodo padovano è costituito dal problema della rete mirabile: questa struttura anatomica era uno degli elementi fondamentali su cui poggiava la fisiologia galenica; secondo questa, lo spirito vitale, formatosi nel cuore per affinamento dello spirito naturale originatosi nel fegato, veniva portato alla base del cervello dalle arterie carotidi, che qui si sfioccavano in un intricato reticolo vasale, la rete mirabile appunto. In tale sede lo spirito naturale veniva ulteriormente affinato, trasformandosi in spirito animale che, distribuito attraverso i nervi periferici, ritenuti cavi, dotava il corpo di sensibilità e movimento.

La rete mirabile costituisce una riprova di come l'osservazione galenica fosse basata sullo studio di specie inferiori: questa formazione anatomica, infatti è molto evidente negli ungulati mentre non esiste nell'uomo. Vesalio ne ammise l'esistenza nelle Tabulae anatomicae sex (1538), mentre nella Fabrica del 1543 riconosce con vivacità l'errore compiuto e ne analizza con spirito critico La causa:

Quante, spesso assurde cose sono state accettate in nome di Galeno... Tra queste quel mirabile plesso reticolare, la cui esistenza viene costantemente sostenuta nei suoi scritti e di cui i medici parlano continuamente. Essi non lo hanno mai visto, ma tuttavia continuano a descriverlo sulla scorta dell'insegnamento di Galeno. Io stesso sono ora realmente meravigliato per la mia (precedente) stupidità... Causa la mia devozione a Galeno non intrapresi mai una pubblica dissezione di una testa umana senza contemporaneamente servirmi di quella di un agnello o di un bove per mostrare che non riuscivo a riscontrare in alcun modo nell'uomo... e per evitare che gli astanti mi rimproverassero di essere incapace di trovare quel plesso a tutti loro cosi ben noto per nome. Ma le arterie carotidi non formano affatto il plesso reticolare descritto da Galeno.

Nella Fabrica Vesalio respinse altri importanti aspetti della neurologia di Galeno, ad esempio il concetto che i nervi fossero cavi. Leggiamo quanto egli stesso asserisce in proposito:

Posso affermare di non aver mal trovato passaggio di alcuna sorta, nonostante a questo scopo abbia esaminato i nervi ottici durante la vivisezione di cani e di altre specie animali di dimensioni maggiori, ed il capo di un uomo ancora caldo, meno di un'ora dopo la decapitazione.

Descrisse infine il corpo calloso come struttura commisurale dei due emisferi. Sul piano della fisiologia del sistema nervoso Vesalio esprime una posizione agnostica, tracciando nettamente limiti tra l'osservazione anatomica e la speculazione filosofica:

Non nego che i ventricoli elaborino lo spirito animale, ma sostengo che questo non spiega nulla sulla sede cerebrale delle facoltà più elevate dello spirito. (...) Non sono in grado di comprendere come il cervello possa esercitare le sue funzioni.

Convinzione ferma ed imprescindibile di Vesalio era l'importanza delle sezioni anatomiche al fine di poter comprendere la struttura e la fisiologia del corpo umano; teoria questa in netto contrasto con le convinzioni galeniche, basate su un'idea organicistica del corpo umano, secondo cui: «Non vi possono essere lesioni funzionali del corpo, se queste non sono associate a lesioni effettive degli organi interni».

Descrisse, per la prima volta, il decorso delle vene e l'anatomia del cuore, negando l'esistenza della tanto favoleggiata finestra interventricolare; indicò, inoltre, la forma dello sterno e il numero delle ossa che compongono l'osso sacro descrisse i menischi articolari della mano e del ginocchio, e individuò infine il corpo luteo dell'ovaio.