Introduzione
F. Salvati
Negli ultimi anni l’approccio al tumore del polmone è certamente cambiato e non di poco: questo cambiamento, che peraltro mantiene vivo un rilevante dinamismo, ha coinvolto infatti tutte le fasi che vanno dalla specifica ricerca di base, alla ricerca clinica applicata e a tutte le ricadute che tale applicazione comporta su quel “ campo” tanto particolare che – al di là della malattia- è rappresentato dal malato inteso come “quel malato”.
I Relatori , della cui eccellenza mi sono fatto garante avendo essi percorso insieme a me il sentiero pneumo- oncologico – direttamente e indirettamente nel tempo- vi illustreranno i singoli aspetti e le varie tappe del cambiamento. In questa mia breve introduzione mi limiterò ad accennare appena a talune delle novità che si sono succedute in ambito diagnostico soprattutto per quel che concerne la diagnosi precoce, espressione che personalmente intendo interpretare come diagnosi tempestivamente utile affinchè il carcinoma bronco- polmonare possa essere aggredito e rimosso nella fase più iniziale possibile , quando è ancora di minime dimensioni: ed è di questo che vi tratterà analiticamente la collega Stefania Greco nella prima delle due relazioni, riferendosi in particolare al nodulo polmonare solitario ed alla TC spirale multistrato.
Su quanto è cambiato nell’ambito della terapia del carcinoma e di cui vi parlerà nella seconda relazione il collega Luigi Portalone , Accademico Lancisiano , accennerò soltanto a qualcuna delle novità caratterizzanti il cambiamento: l’importanza, ormai acquisita, della istologia del tumore quale” driver terapeutico” e quale fattore predittivo di risposta alla terapia, la sostanziale rivoluzione apportata dall’avvento delle nuove tecniche di imaging , la nuova classificazione proposta ( ed accettata) dalla IASLC con tutte le sue ripercussioni sul trattamento terapeutico, in particolare quello radioterapico e quello chirurgico nonché su quelli farmacologici neoadiuvanti ed adiuvanti . Infine la introduzione in terapia dei farmaci a bersaglio molecolare di cui i più rilevanti sono forniti , al momento , dagli inibitori reversibili del dominio tirosino – chinasico , quali gefinitib ed erlotinib nei pazienti con non- small cell lung cancer a mutazione attivante per EGFR ( per tacere degli agenti antiangiogenetici , quale l’anticorpo monoclonale bevacizumab che agisce in antagonismo al VEGF ).
Il cambiamento non si esaurisce certamente in questi pochi esempi appena accennati: tra i tanti altri aspetti è da citare , oltre al perfezionamento delle cure palliative , quanto meno il cambiamento avvenuto nell’ambito della comunicazione , sia al paziente sia al suo contorno familiare , il che non è da considerare soltanto nel contesto del consenso informato e della Medicina difensiva , ma che afferisce principalmente alla interiorità del malato , il quale nel rapporto con il medico deve rimanere protagonista.
Purtroppo tra tutti i favorevoli cambiamenti avvenuti e quelli che si profilano nel futuro portatori di benefit ulteriori non è rientrata – se si vuole essere veritieri – la prevenzione primaria oncologica che , come sostenuto in un precedente Anno Accademico in quest’ Aula prestigiosa , rimane purtroppo ancora al di fuori della cultura del nostro Paese , in cui , oltretutto , si continua in concreto a parlare quasi unicamente di prevenzione secondaria ( dissuasefazione dal fumo ) che - al di fuori di ogni ipocrisia – altro non è che “ terapia del tabagismo “.
Bibliografia selezionata
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