FARMACI PER CASO
Roberto Russo
Quando ci siamo laureati in Medicina e Chirurgia, ognuno di noi rammenta di aver ascoltato e ricevuto, nella consegna dell’ambita laurea, il Giuramento di Ippocrate che cita:
“Giuro su Apollo medico e su Asclepio e su Igea e su Panacea,e ne siano testimoni tutti gli dei e le dee,di tener fede, sinché lo consentiranno le mie forze ed il mio pensiero,a questo giuramento ed a questo scritto.”
Nello stesso al quarto capoverso: “non darò a nessuno farmaci mortali,neppure su richiesta,né mai suggerirò di prenderne. Ugualmente non darò a donne rimedi abortivi...”
Paracelso cita: “omnia venenum sunt nec sine veneno quicquam existit. Dosis sola facit ut venenum non fit” ( tutto è veleno e nulla esiste senza veleno. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto). Infatti, in latino farmacum, al contrario dell’italiano, ha il significato sia di una medicina di cura che di veleno. Pertanto, i farmaci ed i rimedi, usati sin dall’antichità, per lenire, curare e guarire i mali umani sono tutti derivati dalla tradizione,dalla magia dalla alchimia, dalla religione, dall’uso ed esperienza di ogni epoca. Arrivando al medioevo a Firenze una delle arti maggiori era quella dei medici e speziali, corporazione professionale per la terapia dell’uomo fucina di scienza ed etica. Ricordiamo, a questo proposito, che Dante Alighieri, proprio per partecipare alla vita politica della sua Firenze, si iscriverà all’arte degli speziali.
Menzioneremo i farmacisti della Scuola Salernitana (XIII sec.) prima Università Europea di Medicina e Farmacia che erano riconosciuti i migliori nella loro professione e sigillavano con il proprio marchio le preparazioni galeniche a testimoniare la loro professionalità esportandole in tutta Europa.
Nel 1429 fu istituito il Nobile Collegio Chimico Farmaceutico Universitas Aromatariorum Urbis, corporazione che ancor oggi rende onore ai Farmacisti Romani. Nel 1498 venne redatto il Ricettario Fiorentino ritenuto prima Farmacopea Italiana.
Nella prima metà del 1800 si iniziarono a studiare in chiave cellulare e fisicochimica le strutture e le funzioni dell’organismo sano e malato e la microbiologia con Louis Pasteur (1822-1895).[1]
La nuova farmacologia è la chimica organica e fisiologica. che permise di spiegare l’interazione tra farmaco e organismo, rendendo possibile prevedere gli effetti sul secondo del primo, che non è semplice vegetale, ma il principio attivo da questi isolato e purificato, ad esempio il chinino dalla
china, la morfina dall’oppio, la stricnina dalla noce vomica la caffeina dal caffè e la nicotina dal tabacco.
Nel 1892 venne pubblicata la prima edizione della Farmacopea del Regno d’Italia che eliminò l’empirismo e pose come principio ispiratore il rigore scientifico.
In ultimo, la rivoluzione farmacologica determinata dalla nascita dei farmaci per sintesi chimica (non estratti da sostanze vegetali,animali e minerali) ma composti “costruiti” artificialmente in laboratorio, avvia il processo di industrializzazione della produzione farmaceutica facendo del farmaco la specialità farmaceutica.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce il farmaco sostanza in grado di influenzare i processi fisiologici e patologici di un organismo vivente.
La produzione farmaceutica si è arricchita anno per anno con la ricerca e sintesi di nuovi prodotti atti alla cura e profilassi delle malattie umane.
C’è spesso una storia interessante, relativa all’individuazione di un farmaco, in cui non essendo stato centrato il bersaglio farmacologico, ne sono state trovate applicazioni diverse , spesso con la
Serendipity fruttando, a volte, il premio Nobel ai rispettivi ricercatori. Serendipity in italiano Serendipità è un vocabolo coniato nel 1754 da Horace Walpole (Londra 1717- Londra 1797) 4°
conte di Orford scrittore e politico inglese, usato in una lettera scritta nel 1756 a Horace Mann suo
amico che viveva a Firenze, in seguito alla lettura di una fiaba persiana di Cristoforo Armeno “I tre
principi di Serendippo” in cui Serendippo ( Serandib in persiano) è l’antico nome dell’isola di Ceylon attuale Sri Lanka.
La narrazione del viaggio dei tre principi ci illustra come l’osservazione attenta di alcuni indizi li possa salvare, in più occasioni; le loro scoperte sono casuali ma il loro grande intuito deriva da un attento spirito di osservazione e da una grande sagacia.
Questa fiaba ci racconta che, nel paese di Serendippo un grande re, chiamato Giafar, aveva tre figli maschi, coltissimi, che mandò in viaggio per apprendere le esperienze importanti della vita vissuta I tre principi nel paese del potente Bahram si imbatterono in un cammelliere, che aveva perduto il proprio animale; lo rassicurarono di averlo incontrato, anche se non lo avevano mai visto. Riferirono che il cammello era cieco da un occhio, che gli mancava un dente in bocca ed era zoppo, inoltre aggiunsero che l’animale aveva una soma, carica da un lato di miele e dall’altro di burro, portava una donna e questa era incinta. Alla richiesta come avessero fatto a descrivere così bene il cammello senza averlo visto risposero che era cieco perché aveva brucato l’erba solo da un lato, anche se era migliore quella del lato opposto, privo di un dente perché l’erba era mal tagliata, che fosse zoppo grazie alle impronte lasciate sulla sabbia. Inoltre avevano dedotto che lo stesso cammello portasse da un lato il miele e dall’altro il burro perché lungo la strada da una parte si accalcavano le mosche, amanti del miele, e dall’altra il burro pieno di formiche amanti del grasso. Infine il passeggero era una donna che aveva urinato e che dall’odorato non lasciava dubbi sulla sua femminilità, e che doveva avere un addome pesante visto che oltre alle orme dei piedi vi erano quelle delle mani necessarie per rialzarsi a fatica. Le spiegazioni dei tre principi stupirono a tal punto Bahram che decise di nominarli suoi consiglieri.
Nel dicembre del 1956 una pubblicità della ditta Merck su “Business Week” mostra tre arabi in groppa a tre cammelli e scrive: ”nessun campo di ricerca umana illustra meglio della chimica la storia dei Three Princes of Serendip”.
Pertanto, il neologismo serendipity ( in inglese dip significa approfondire) indica quella situazione in
cui si trova qualcosa di importante mentre se ne sta cercando un’altra scoperta avvenuta per caso o per fortuna.
Nella mitologia greca Tiche o Tyche è la divinità tutelare della fortuna, della prosperità, del destino di una città e dei mortali. Il suo culto è individuato nella seconda metà del V° secolo a.C. il suo equivalente per Roma è la dea Fortuna rappresentata a volte cieca, con una ruota e cornucopia.
Per Aristotele la fortuna è una causa accidentale nelle cose “, in quelle cose che non avvengono né sempre né per lo più” che avvengono per scelta in vista di un fine.
Julius H Comros ricercatore biomedico americano dice: “la serendipity è cercare un ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino”. Si è recentemente svolto a Cerisy un convegno sulla serendipity nelle scienze,le arti, e la decisione..
La tesi discussa da ricercatori, filosofi, giuristi e artisti era di dimostrare che questa felice intrusione del caso, nelle nostre vite, sia alla base delle forme più feconde e rivoluzionarie di conoscenza.
La serendipità la troviamo nelle scienze,nell’arte nella economia ma, nello specifico, riporteremo alcune scoperte avvenute per caso che tanto hanno arricchito la salute e benessere umano. I farmaci sono un esempio tipico di serendipità cioè scoperta per caso di un prodotto o suo utilizzo per scopi diversi da quelli originalmente ricercati.
Jenner, medico di campagna inglese, con il suo metodo sperimentale,salvò il mondo dal vaiolo ed
aprì la strada agli studi immunologici. La sua attenta osservazione riguarda le epidemie di vaiolo vaccino che colpivano, però in modo leggero, le mungitrici di vacche, che risultavano in seguito protette dal vaiolo umano. Il suo coraggioso esperimento fu di inoculare del materiale di una pustola di una mungitrice colpita da vaiolo vaccino ad un bambino di otto anni che dopo aver avuto una sintomatologia leggera guarì completamente .Dopo un mese mezzo allo stesso bambino inoculò il materiale di una pustola di vaiolo umano ed il bambino non si ammalò. Con le vaccinazioni la guerra contro il vaiolo iniziata nel 1796 è terminata nel 1980.
Ignac Fulop Semmelweis (1818-1865) “ il Salvatore delle madri”.
Medico ungherese il cui contributo è stato l’attenta osservazione e studio delle trasmissioni batteriche da contatto e specialmente, in campo ostetrico, nella prevenzione della febbre puerperale.
Infatti, per primo, capì che la febbre puerperale, che mieteva la vita di tante neomamme; era una malattia che era trasferita da un corpo all’altro a seguito del contatto che i medici e studenti dopo le autopsie trasmettevano visitando le partorienti . Per cui nel 1847 ordinò che, tutti coloro che entravano nel padiglione ostetrico,dovessero lavarsi le mani con ipoclorito di sodio, e che fossero cambiate le lenzuola sporche con altre pulite per ogni partoriente. La comunità scientifica dell’epoca osteggiò ed irrise queste disposizioni,anche se risultavano preziose statisticamente nella prevenzione della febbre puerperale che spesso provocava la morte per infezione.
I lavori scientifici di Louis Pasteur del 1879 e di Joseph Lister del 1883 dimostrarono la grandezza delle intuizioni di Semmelweis dimostrando la contaminazione batterica.
Ferdinand von Hebra amico di Semmelweis scrisse: “Quando qualcuno scriverà la storia degli errori umani ne troverà pochi più gravi di quello commesso dalla scienza nei confronti di Semmelweis.”
Dal principio del XIX secolo c’era stato un arresto se non un regresso della chirurgia, in quanto nei secoli precedenti si faceva dell’antisepsi,senza saperlo, con la cauterizzazione con il fuoco,liquidi bollenti e sostanze disinfettanti. Per Pasteur era quindi fondamentale una difesa contro i microbi,mediante tutte quelle sostanze che costituivano l’antisepsi come l’acido fenico che fu accettato ed usato da J Lister, chirurgo di Edimburgo, d’accordo con Pasteur nell’ impedire l putrefazione delle ferite, approfondendo il rapporto tra batteri e malattie, ampliando i suoi interessi
nel campo dell’immunologia Dobbiamo pensare che fino al’1743 i chirurghi erano associati ai barbieri e solo nel 1745 a Londra la” Company of Barber-Surgeon” fu sostituita dal “Royal College
of Surgeons”.
Bernard Shaw diceva:” la fine del secolo sa di acido fenico”.
Wilhelm Conrad Rontgen (1845-1923) premio Nobel per la fisica 1901.
L’otto novembre 1895 durante uno dei suoi esperimenti, sempre effettuati in una sala oscurata, a causa del suo daltonismo, si accorse che un foglio di carta su cui era scritta la lettera A, con una soluzione di platino e cianurio di bario, brillava di luce emessa da raggi invisibili provenienti dal tubo a vuoto su cui stava lavorando, inoltre sul foglio appariva l’ombra delle ossa della sua mano posta nella traiettoria dei raggi stessi,chiamati X in quanto sconosciuti. Per cui inserendo un oggetto tra l’emettitore dei raggi e una lastra fotografica era possibile fissare immagini conservabili nel tempo.
La prima radiografia fu eseguita da Roentgen il 22. dicembre 1895 alla mano sinistra della moglie Anna Berthe.
E’ stata la prima donna e l’unico scienziato a vincere due premi Nobel 1903 per la fisica,1911 per la chimica. Dedicò la sua vita all’isolamento e concentrazione del radio e del polonio, presenti in piccolissime quantità nella pechblenda iniziando con tenacia lo studio e la ricerca della radioattività.
1903 premio Nobel
Fisiologo, medico ed etologo russo legato alla scoperta dei riflessi condizionati. Mentre conduceva
ricerche sulla fisiologia della digestione, sviluppando il metodo chirurgico “dell’esperimento cronico” con ampio uso di fistole artificiali nel cane, aprendo così una nuova era nello sviluppo della fisiologia su animali vivi, dimostrò che il sistema nervoso svolge un ruolo dominante nel regolare il sistema digestivo. Successivamente, diede importanza al fenomeno della secrezione psichica, ricerche che lo portarono a definire una vera e propria scienza sul riflesso condizionato, detto anche condizionamento classico o pavloviano Infatti è passato alla storia come cane di Pavlov.
Dal 1904 queste ricerche hanno assunto grande importanza in fisiologia, psicologia e psichiatria.
Claude Wischik, nato a Grenoble 1949 durante le sue ricerche di laboratorio contro l’Alzheimer alla fine degli anni ‘90 versò, accidentalmente, in un campione di grovigli neuro fibrillari (quelli che si moltiplicano all’interno dei neuroni nel cervello delle persone colpite dal morbo) alcune gocce di blu di metilene un colorante, blando battericida, usato anni addietro come disinfettante delle vie urinarie. Poco tempo dopo, si accorse che nella provetta i grovigli si erano dissolti. Proseguendo le
sue sperimentazioni ha aperto una compagnia farmaceutica a Singapore laTauRx che ha prodotto
prima un farmaco il Rember con buoni risultati, ma con problemi di assorbimento, ora il LMTX in via di sperimentazione. Essendo due le proteine che risultano specificatamente alterate negli ammalati del morbo descritto nel 1906 da Alois Alzheimer sia la peptide beta amiloide, che forma
depositi, le placche amiloidee, e la proteina tau che Wischik ritiene direttamente coinvolta nel processo degenerativo neuronale e su cui il suo farmaco dovrebbe agire.
Albert Hofmann (1906-2008) nel 1938 sintetizza LSD-25 ( dietilammide-25 dell’acido lisergico.) nei laboratori Sandoz di Basilea.
Nel 1943, Hofmann mentre stava effettuando ricerche sugli alcaloidi presenti nella segale cornuta gli cadde una goccia di questa sostanza sulla mano che, una volta traspirata, gli provocò forti giramenti di testa e allucinazioni. Questa esperienza lo condusse a testare personalmente gli effetti psicoattivi dell’LSD e ci riferisce “come sospeso in sogno,con gli occhi chiusi perché trovavo la luce del sole troppo abbagliante, ho sperimentato un flusso ininterrotto di immagini fantastiche, forme meravigliose con giochi caleidoscopici di colori straordinariamente intensi”.
Nel 2006 si tenne a Basilea, in occasione del centesimo compleanno di Hofmann, il primo congresso interdisciplinare sull’LSD, ripetuto nel 2008 pochi mesi prima della morte di Hofmann a 102 anni.
Alexander Fleming (1881-1955) nell’inverno del 1922 aveva un forte raffreddore, che durava da parecchi giorni, decise di prelevare un campione delle proprie secrezioni nasali ed incubarle su piastre per la cultura batterica. Il giorno successivo mentre stava analizzando le colonie batteriche cresciute, una sua lacrima cadde inavvertitamente sulla piastra di cultura.
Successivamente, riprendendo in esame la medesima coltura si accorse che i batteri erano cresciuti ovunque tranne che in un’area chiara dove era caduta la lacrima. Questa sostanza della lacrima fu chiamata lisozima grazie alla lisi che aveva prodotto sui batteri. Nel 1928 quando Fleming era titolare della cattedra di batteriologia, stava svolgendo alcune ricerche e si dimenticò di distruggere alcune colture di stafilococco aureo, dopo tre giorni, vi trovò una copertura di muffa che aveva annientato tutti i batteri circostanti identificando così nella muffa la penicillina nome del fungo penicillum notatum cioè a forma di pennello. Le sperimentazioni per ottenere la penicillina furono lunghe ma nel 1942 finalmente fu messa a disposizione per le persone malate. Nel 1945 Fleming, insieme ai chimici Howard Florey e Ernst Boris, ricevette il premio Nobel.
Per approfondire l’argomento è interessante consultare la relazione del prof. Claudio Bevilacqua tenuta all’Accademia Lancisiana il 17.aprile 2012 “ Qualche spunto critico stimolato dall’antibiosi”.
Joseph von Mering e Oskar Minkowsky nel 1889 , a Strasburgo, asportarono il pancreas ad un cane per studiarne gli effetti sulla digestione,il giorno successivo,un nugolo di mosche volteggiava sulle urine del cane. I due ricercatori le analizzarono e scoprirono che erano ricche di zucchero,come le urine dei malati di diabete. Pertanto, fu scoperto il ruolo del pancreas nel controllo dei livelli glicemici.
Nel 1910 E. A. Sharpey-Schafer coniò il nome insulina per una sostanza prodotta dalle isole di Langerhans che riteneva mancante nelle persone con diabete. Nel 1921 Banting, Best, Collips e McLeod allestirono estratti pancreatici ricchi di insulina che ridussero la glicemia nei cani resi diabetici con la rimozione del pancreas, sperimentazione premiata dal premio Nobel. 1922 Nel 1942 Marcel Janbon scopre che alcuni sulfamidici, usati per curare le infezioni, abbassavano la glicemia. E’ la premessa alla ricerca a cura di August Loubatieres e poi all’uso clinico delle solfoniluree.
Jay L.Alberts della Cleveland Clinic riferisce per eliminare i sintomi del Parkinson basta andare in bicicletta. Dopo una gita in tandem nelle campagne dell’Ohio, una signora affetta da Parkinson aveva scritto un biglietto in modo perfetto senza tremori. Si inizia la ricerca e si scopre che non basta andare in bicicletta, in quanto, nel caso specifico, era stata la pedalata veloce del tandem a ridurre i tremori della signora che stava dietro al primo ciclista. Pertanto, senza assunzione di farmaci, necessitano, per mostrare un miglioramento della sintomatologia, quaranta minuti di pedalate forzate tre volte alla settimana. Ritenendo che l’esercizio fisico di una certa intensità consente al nostro organismo di migliorare la sintesi naturale di dopamina ed altri neurotrasmettitori cerebrali la cui mancanza è la vera causa della malattia.
La scoperta dell’ NFG fruttò a Rita Levi Montalcini insieme a Stanley Cohen nel 1986 il premio Nobel per la medicina. Nella motivazione del Premio si legge: “La scoperta dell’NGF all’inizio degli anni cinquanta è un esempio affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos. In precedenza, i neurobiologi non avevano idea di quali processi intervenissero nella corretta innervazione degli organi e tessuti dell’organismo”.
Rita Levi Montalcini e Stanley Cohen avevano bisogno di capire se era una proteina o un acido nucleico a stimolare la crescita nervosa. Su suggerimento di Arthur Kornberg, ricercatore esperto di enzimi, usarono del veleno di serpente, adatto a degradare gli acidi nucleici e tramite esso poter confermare o smentire che il fattore era di origine proteica. Quindi provò il veleno di serpente su una frazione di tessuto nervoso ottenendo un risultato inatteso, in quanto la sostanza produceva una stupefacente crescita nervosa, e poiché il fattore neurotonico era considerevolmente elevato, tramite l’uso del veleno di serpente (ovvero la sua saliva) identificò l’NFG in una molecola proteica della quale calcolò con esattezza il peso molecolare e le proprietà fisico-chimiche. Quindi il veleno usato non soltanto ebbe un effetto contrario a quello atteso, ma il suo uso, pur non appropriato in quell’esperimento, portò Rita Levi Montalcini a scoprire le sue capacità di promozione della crescita nervosa e, insieme ad esso, capacità simili nelle ghiandole salivari dei mammiferi.
La scoperta dei neuroni specchio. Nel 1992 Giacomo Rizzolatti ed il suo gruppo di ricerca a Parma stavano conducendo degli studi sul cervello dei macachi, con l’obiettivo di scoprire l’organizzazione cerebrale legata al comportamento motorio. L’annedotica racconta che, mentre uno sperimentatore prendeva una banana da un cesto di frutta, alcuni neuroni della scimmia che osservava la scena avevano reagito. Come era possibile questo se la scimmia non si era mossa? Se fino allora si riteneva che i neuroni si attivassero soltanto per funzioni motorie? Da allora questo lavoro è stato pubblicato con l’aggiornamento dei neuroni specchio localizzati in entrambe le regioni parietali frontali inferiori del cervello.
Nel 1995 si è dimostrato, per la prima volta, l’esistenza nell’uomo di un sistema simile a quello trovato nella scimmia. Infatti, utilizzando la stimolazione magnetica trans cranica si è trovato che la corteccia motoria dell’uomo viene facilitata dall’osservazione di azioni e movimenti altrui. Il nome neurone specchio deriva dal fatto che essi provocano una risposta di tipo speculare nel sistema neurale dell’osservatore. Questo tipo di meccanismo non viene prodotto solo da stimoli di tipo visivo,ma anche uditivo o risposte ad atti che esprimono intenzionalità.
Dopo la scoperta dell’America, quando iniziarono i lunghi viaggi transoceanici, si evidenziarono forme particolarmente gravi di patologia emorragiche nei marinai. Nel 1747, James Lind, medico della marina britannica, fa somministrare ad un gruppo di marinai agrumi e verdura fresca, un altro gruppo ne viene deprivato, dimostrando che il primo gruppo era esente da scorbuto a differenza del secondo.
Nel 1986 nei laboratori del Pfizer Central Research di Sandwich in Inghilterra si scopre che l’inibizione di un enzima PDE5 (fosfodierasi), presente nella muscolatura liscia dei vasi sanguigni, diminuisce la resistenza vascolare e riduce l’aggregabilità piastrinica. Si pensa ai possibili benefici effetti del farmaco nell’angina pectoris. Ma, dopo anni di lavori, la sperimentazione non è soddisfacente, ma sia nelle cavie che nei maschi umani coinvolti nell’esperimento, si notò un aumento della tendenza all’erezione. Si scoprì che il sildenafil studiato dalla Pfizer in cardiologia, come calcio.antagonista, e somministrato per via orale, era in grado in una larga percentuale di casi di risolvere o migliorare la disfunzione erettile. Il 27.marzo 1998, la Food and Drug Administration riconosce il Viagra come prima terapia medica orale per il trattamento delle disfunzioni erettili.
Il Warfarin è un farmaco anticoagulante cumarinico il suo nome deriva dall’acronimo della Wisconsin Alumni Research Foundation. Venne scoperto causalmente come prodotto della fermentazione di una specie di trifoglio. Questo trifoglio si trovava nel foraggio somministrato al bestiame durante l’inverno del 1933 che, a causa della sua particolare rigidità, rendeva impossibile trovare foraggio fresco per gli allevamenti. Fu così usato il trifoglio fermentato che, producendo dicumarolo, a causa del suo effetto anticoagulante, causò una consistente moria di capi di bestiame negli allevamenti del Wisconsin. Venne anche scoperta una sostanza vitamina K (da Koagulation) utilizzabile come antitodo per annullare il suo effetto fluidificante del sangue. Al principio, il Warfarin fu usato come topicida fino a quando il presidente Eisenhower (1890-1969), colpito nel 1953 da una trombosi coronarica, richiese di essere curato con il farmaco antitrombotico più potente in quel momento il warfarin, appunto, che, per un colpo di fortuna, viste le scarse conoscenze sulla posologia di questa molecola riuscì nell’intento di guarire il Presidente,successivamente eletto per un secondo mandato,guadagnandosi così una grande notorietà.
La Finasteride, farmaco di sintesi, basato su una molecola azosteroidea agisce nei maschi inibendo l’enzima della 5-alfa reduttasi di tipo II, impedendo al testosterone di trasformarsi in diidrotestosterone (DHT) producendo un abbassamento dell’DHT ed un aumento del testosterone plasmatico. Dal 1997 è usata nelle affezioni benigne e maligne della prostata con nome di Proscar (5 mg), ma osservata, in questi pazienti, una ricrescita di capelli dal 1999 è stata usata positivamente nell’alopecia androgenetica con il nome di Propecia (1 mg) dimostrando una riduzione di DHT nello scalpo tra il 64% ed il 69%.
Il MINOXIDIL la sostanza chimica è C9H1 5N 50, usato per via orale, nell’ipertensione arteriosa per effetti vasodilatatori ha mostrato episodi di ipertricosi per cui attualmente per via topica è ampiamente usato nella caduta dei capelli a volte in associazione alla finasteride.
La sua azione oltre che migliorare la circolazione sanguigna nell’area dello scalpo potrebbe essere attribuita all’azione di apritore dei canali di potassio (Pcos).
La tossina botulinica (BTX) prende il nome dal latino “botolus” che significa salsiccia. Infatti, nel 1793, Jiustinius Kerner coniò questo nome studiando le cause di un’intossicazione alimentare, seguita ad un banchetto nuziale, durante il quale furono consumate delle salsicce. Nel 1897 fu isolato il clostridium botulinum, il batterio all’origine della tossina, questa impedisce la liberazione di acetilcolina, provocando così una paralisi progressiva con flaccidità e debolezza dei muscoli.
Alla fine del 1940 è stato usato come strumento terapeutico nello strabismo, spasticità sudorazione eccessiva e, infine, con grande successo in ambito cosmetico per cancellare le rughe d’espressione.
La nimesulide, una sulfonanilide, sintetizzata dalla 3M negli Stati Uniti, dopo vari passaggi societari, nel 1985 fu commercializzata con il nome di Aulin. Questa sostanza mirava a produrre un chemioterapico, capace ad alte dosi ad uccidere le cellule in rapida proliferazione, ma bloccava l’azione infiammatoria dei globuli bianchi. Quindi, fu usata come antinfiammatorio FANS (farmaco antinfiammatorio non steroideo). Non è più disponibile in molti Paesi per la sua epatotossicità.
Tutte le rivelazioni fortuite si sono verificate solo in un secondo momento grazie all’esperienza e alla competenza, requisiti comunque necessari.
Pasteur amava spesso ripetere ai suoi allievi una frase che è passata alla storia: “la fortuna favorisce le menti preparate”. In tal modo, viene assegnato il giusto rilievo alla cultura e alle conoscenze acquisite, senza le quali ogni evento casuale cadrebbe inosservato pur essendo visto da molti.
Joseph Henry fisico americano dice: “i semi di una grande scoperta sono costantemente presenti nell’aria che ci circonda ma essi cadono e fanno radici soltanto nelle menti preparate a riceverli”.
Concludendo si sono elencati alcuni nomi famosi e sostanze farmacologiche che grazie alla serendipità, sagacia, pazienza, costanza e preparazione dei loro ricercatori ci hanno offerto prevenzione e cura di molti mali
È augurabile che sostanze abbandonate o nuove sostanze farmacologiche, essendo attualmente la tecnologia sempre più all’avanguardia, possano, nell’attuale ricerca, prevenire o sconfiggere le affezioni virali e le neoplasie sempre più frequenti nella patologia umana.
Voltaire, nel Dizionario filosofico 1764 affermava: “Ciò che chiamiamo caso,non è e non può essere altro che la causa ignorata d’un effetto noto.”
[1] Per maggiori approfondimenti si rimanda alla lettura del libro: “Il farmaco: 7000 anni di storia. Dal rimedio Empirico alle biotecnologie” del prof. Luciano Caprino, Armando Editore.