Introduzione

 

G Minardi

 

L’area di imaging cardiovascolare è un settore di diagnostica per immagini che comprende i laboratori di ecocardiografia, la diagnostica radiologica in ambito cardiovascolare (TAC cardiaca) e la risonanza magnetica nucleare (RMN).

L’area di imaging cardiovascolare si avvale di specialisti che operano secondo un metodo interdisciplinare che privilegia la specializzazione cardiovascolare e fa parte del Dipartimento  Cardiovascolare.

Essa è dedicata attivamente alla ricerca ed allo sviluppo di nuove tecnologie che siano in grado di migliorare l’assistenza sanitaria, la qualità della vita del paziente ed i risultati delle terapie.  L’imaging vascolare permette di effettuare una serie di indagini strumentali in grado di valutare l’anatomia normale e patologica del cuore e dei vasi. L’interesse in questo campo è dato dalla consapevolezza che l’innovazione nella diagnostica per immagini consentirà di sviluppare e perfezionare prestazioni non invasive.

"Non c'è alcun dubbio che la diagnostica per immagini stia aprendo orizzonti finora inimmaginabili alla cardiologia: la continua, costante evoluzione di metodiche e strumentazioni  consente già oggi una valutazione diagnostica e prognostica dei pazienti con malattia cardiovascolare con un margine di definizione altissimo", ha dichiarato Attilio Maseri, professore di Cardiologia all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e Presidente della Federazione Italiana di Cardiologia. "Stiamo cercando di capire,- ha detto Maseri –   come sta cambiando la diagnostica, e quali strade ci farà percorrere. È una sfida importante, quella che ci attende, e coinvolge sia i medici sia le istituzioni sanitarie, le quali potranno, proprio grazie alla diagnostica per immagini, impostare politiche sanitarie di prevenzione e cura efficaci sul piano clinico ed ottimali su quello della gestione economica". 

Nel mondo le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte, ed i numeri sono in continuo aumento. Come afferma Maseri, "Negli Stati Uniti sono quasi 70 milioni le persone affette da malattie cardiovascolari: malattia coronarica, ictus, scompenso cardiaco, cardiopatie congenite, ipertensione. In Italia esse sono responsabili del 44 per cento di tutti i decessi: in particolare, la cardiopatia ischemica è la causa del 28 per cento di tutte le morti, mentre gli eventi cerebrovascolari sono al terzo posto col 13 per cento, subito dopo i tumori". 
Sappiamo che chi sopravvive ad un attacco cardiaco diventa un malato cronico, e se la malattia modifica la qualità della vita comporta notevoli costi economici per la società. In Italia la prevalenza di cittadini affetti da invalidità cardiovascolare è pari al 4,4 per mille (dati Istat) e gli ultimi dati disponibili dicono che circa il 23 per cento della spesa farmaceutica (pari all'1,34 per cento del prodotto interno lordo), è destinata a farmaci per il sistema cardiovascolare (Relazione sullo stato sanitario del Paese, 2000). Nel 2004, nei soli Stati Uniti, la spesa economica stimata per le malattie cardiovascolari è stata di 368 miliardi di dollari. Russia, Paesi dell'Europa dell'est e Cina hanno ora la più alta incidenza di morti per malattie cardiovascolari. Per contro, si stima che la vita media dell'uomo si allungherebbe di sette anni se si eliminasse la malattia cardiovascolare.
"Con l'aumento della prevalenza della malattia coronarica", afferma Maseri, "i cardiologi hanno compreso il ruolo fondamentale dei test diagnostici. I continui progressi nel campo della tecnologia medica e della ricerca clinica spostano costantemente in avanti il confine delle potenzialità dei test diagnostici, per immagini e non. Cosa vera soprattutto per la cardiologia, dove la scelta delle metodologie d'indagine include numerose e diversificate "tecnologie in continuo divenire".  "Gli esperti nelle varie tecnologie e metodologie diagnostiche hanno il dovere di collaborare e non di competere, devono essere sviluppati servizi clinici e procedure diagnostiche comuni, ed i futuri specialisti della diagnostica cardiovascolare devono essere addestrati ad utilizzare i diversi metodi diagnostici a disposizione".
Anche la Prof.ssa Pamela S. Douglas, Past-President dell'American College of Cardiology, è d'accordo su questi punti: "La sfida e la promessa dell'imaging si basa anzitutto sulla valutazione degli impatti clinici dei test e sull'utilizzo di linee-guida diagnostiche, atte a comparare tra di loro le varie metodiche applicabili ad una determinata situazione clinica".

L'incontro organizzato presso la prestigiosa Accademia Lancisiana si prefigge il compito di evidenziare i progressi raggiunti dall'imaging cardiovascolare nell'inquadramento delle più frequenti patologie cardiovascolari, le indicazioni sulla base delle evidenze scientifiche e degli indirizzi formulati dalle Società Scientifiche internazionali, l'accuratezza diagnostica e i limiti delle varie metodiche.

Le quattro relazioni sono tenute da specialisti esperti, che quotidianamente sono coinvolti nella gestione diagnostico-clinica delle più frequenti malattie dell'apparato cardiovascolare.

 

Per la corrispondenza: Prof. Giovanni Minardi (e-mail: giovanni.minardi@libero.it)

UOC CARDIOLOGIA 1

OSPEDALE SAN CAMILLO

A.O. SAN CAMILLO-FORLANINI

ROMA