La formazione universitaria del Medico: problemi e prospettive.
Eugenio Gaudio
VicePreside I Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università di Roma “La Sapienza”
Il 10 aprile 1986 segna una tappa fondamentale nella revisione degli ordinamenti didattici: il nuovo Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia (D.P.R. 95/1986) viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale: numero programmato, didattica per obiettivi formativi e di apprendimento teorici, pratici e comportamentali (centralità dello studente: sapere, saper fare, saper essere), didattica per corsi integrati tenuti da più docenti coordinati tra loro (con abolizione della distinzione tra materie fondamentali e materie complementari), suddivisione del piano formativo in ore minime di apprendimento per ciascun corso integrato con tempo pieno dello studente sono i cardini della riforma.
La seconda rivoluzione deriva dalla Legge 19 novembre 1990 n. 341 (Riforma degli ordinamenti didattici universitari), che ha consentito di istituire percorsi universitari triennale in tutte le Facoltà (Corsi di Diploma universitario), abolendo le Scuole dirette a fini speciali (ad es. le Scuole di Ostetricia annesse alle Cliniche Ostetrico-ginecologiche). La legge stabilisce che i Corsi di diploma si svolgano nelle Facoltà con durata di 2-3 anni con obiettivi formativi finalizzati a “specifiche aree professionali” (art. 2 comma 1) e dispone che entro due anni siano rivisti gli ordinamenti didattici nel rispetto della normativa comunitaria (art. 9). Le professioni sanitarie da tempo chiedevano di uscire dal sistema formativo regionale e di adeguare il livello formativo a quanto stava avvenendo in Europa: l’assenza negli ospedali sede di Scuole di docenti qualificati nelle discipline più formative (anatomia, biochimica, fisiologia, patologia generale, farmacologia) faceva sì che in questi settori l’insegnamento fosse svolto da docenti di ripiego, con grave danno per la qualità del processo formativo.
Il D.M. 3 novembre 1999 n. 509 (Regolamento recante norme concernenti l’autonomia didattica degli Atenei) finalmente adegua anche il linguaggio a criteri pedagogici, stabilendo che i corsi di studio universitari debbano prevedere negli ordinamenti i crediti formativi universitari [CFU] (unità di studio ritenute necessarie per l’apprendimento di un segmento del corso), che rappresentano “la misura del volume di lavoro di apprendimento richiesto ad uno studente in possesso di adeguata preparazione iniziale per l’acquisizione di conoscenze e abilità nelle attività formative previste dagli ordinamenti didattici dei corsi di studio” (art. 1 comma 1, lettera l). All'interno dei corsi è definita la suddivisione dei crediti e dei tempi didattici nelle diverse forme di attività di insegnamento, che diventano istituzionalmente articolate in diverse modalità, per raggiungere i diversi obiettivi didattici.
La principale novità, con la applicazione della Riforma del DM 509/99, per il Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, è legata alla introduzione, all’interno dei sei anni di corso, della professionalizzazione del futuro medico. Infatti, durante le fasi dell'insegnamento clinico lo Studente è tenuto ad acquisire specifiche professionalità nel campo della medicina interna, della chirurgia generale, della pediatria, della ostetricia e ginecologia, nonché delle specialità medico-chirurgiche. A tale scopo, lo Studente dovrà svolgere attività formative professionalizzanti frequentando le strutture assistenziali per un numero complessivo di almeno 60 CFU.
Il tirocinio obbligatorio è una forma di attività didattica tutoriale che comporta per lo Studente l'esecuzione di attività pratiche con ampi gradi di autonomia, a simulazione dell'attività svolta a livello professionale. In ogni fase del tirocinio obbligatorio lo Studente è tenuto ad operare sotto il controllo diretto di un Docente-Tutore. Le funzioni didattiche del Docente-Tutore al quale sono affidati Studenti che svolgono l'attività di tirocinio obbligatorio sono le stesse previste per la Didattica tutoriale svolta nell'ambito dei corsi di insegnamento. La competenza clinica acquisita con le attività formative professionalizzanti è sottoposta a valutazione nell’ambito dell’attribuzione del voto dell’esame finale del corso che ha organizzato le rispettive attività formative professionalizzanti. Infine, lo Studente ha a disposizione 15 CFU da dedicare alla preparazione della Tesi di Laurea e della prova finale di esame.
Il D.M. 22 ottobre 2004 n 270, pubblicato sulla G.U. n°266 del 12.11.2004, contiene la nuova riforma degli ordinamenti didattici delle Università, modificando la precedente riforma del 1999.
Il Decreto specifica, come obiettivo principale, che il Corso di Laurea deve assicurare allo studente una adeguata padronanza di metodi e contenuti scientifici generali, anche nel caso in cui sia orientato all’acquisizione di specifiche conoscenze professionali:
L’obiettivo della Laurea Magistrale è invece una formazione di livello più avanzato, per la preparazione all’esercizio, in ambiti specifici, di attività di elevata qualificazione e complessità, che- nel caso della Laurea magistrale in Medicina e Chirurgia- ricomprende anche un anno (60 CFU) di attività professionalizzante, per preparare i futuri medici all’esame di Stato ed all’effetivo svolgimento della attività professionale.
In ultima analisi, la nuova riforma, assieme alla applicazione dei requisiti minimi (ancora da perfezionare e rendere più adeguati come effettivo sistema di accreditamento/garanzia di qualità minima delle sedi e dei Corsi), dovrebbe garantire una razionalizzazione della offerta formativa, negli ultimi anni esplosa in maniera a volte disordinata e ridondante, nonché una maggiore autonomia alle sedi, con obblighi nazionali ridotti, secondo il modello della differenziazione competitiva.
Il limite principale dell’applicazione del nuovo ordinamento didattico sta innanzitutto nella difficoltà con la quale un corpo docente necessariamente vasto sta acquisendo le competenze ed il coordinamento indispensabili per far fruttare al meglio le innovazioni curriculari. La criticità più evidente sta nel passaggio dal corso monocattedra a veri corsi integrati, con apporti interdisciplinari, un efficace coordinamento, e la possibilità di un largo ricorso alla co-presenza tra docenti diversi.
Il rischio di una eccessiva frammentazione dei Corsi Integrati, a volte non giustificata da vere motivazioni didattiche e scientifiche, e di una proliferazione di moduli di insegnamento – con la conseguenza di una impossibilità di coordinamento e di una disaffezione sia dei discenti che dei docenti – va attentamente monitorizzato e prevenuto, identificando bene gli obiettivi didattici ed evitando che il Corso da integrato divenga dis-integrato, come risultato di una mera sommatoria di micro-moduli disciplinari.
Altro problema da registrare è quello del tirocinio professionalizzante, distribuito nei vari anni dal secondo in poi, che va bene organizzato, rendendolo effettivamente fruibile e poi verificabile per ciascun discente, e che deve costituire uno degli impegni più responsabili dei docenti, soprattutto nelle materie cliniche.
Altro rischio da evitare è quello di una eccessiva “licealizzazione” dell’insegnamento, con gli studenti eccessivamente impegnati (a volte fino ad oltre 10 ore al dì) nella attività didattica organizzata nelle varie forme, senza il tempo necessario per la digestione ed introiezione critica del percorso formativo ed intellettuale proprio della formazione accademica.
Rispetto ad altri Corsi di Laurea, la introduzione del numero programmato per il Corso di Laurea Specialistica in Medicina e Chirurgia riduce al minimo le problematiche di inserimento dei laureati nel mondo del lavoro: infatti, i posti nelle Scuole di Specializzazione e per la Medicina Generale assorbono praticamente tutti i laureati, ed il numero programmato sul fabbisogno del SSN garantisce a tutti i laureati (secondo alcune proiezioni a partire dall’ormai non troppo lontano – per chi si iscrive oggi – 2025) una prospettiva di inserimento ragionevolmente sicura.
ALLEGATI:
1. Definizione degli obiettivi formativi dei Corsi di Laurea Specialistica in Medicina e Chirurgia
I Corsi di Laurea Specialistica in Medicina e Chirurgia (CLSMC) si articolano in sei anni e sono istituiti all'interno della Facoltà di Medicina e Chirurgia.
Il CLSMC si propone il conseguimento degli obiettivi formativi di seguito definiti.
I laureati nei corsi di laurea specialistica in medicina e chirurgia dovranno essere dotati:
· delle basi scientifiche e della preparazione teorico-pratica necessarie ai sensi della direttiva 75/363/CEE all’esercizio della professione medica e della metodologia e cultura necessarie per la pratica della formazione permanente, nonché di un livello di autonomia professionale, decisionale ed operativa derivante da un percorso formativo caratterizzato da un approccio olistico ai problemi di salute, delle persone sane o malate anche in relazione all’ambiente chimico-fisico, biologico e sociale che le circonda. A tali fini il corso di laurea specialistica prevede 360 CFU complessivi, articolati su sei anni di corso, di cui almeno 60 da acquisire in attività formative volte alla maturazione di specifiche capacità professionali.
· delle conoscenze teoriche essenziali che derivano dalle scienze di base, nella prospettiva della loro successiva applicazione professionale; della capacità di rilevare e valutare criticamente da un punto di vista clinico, ed in una visione unitaria, estesa anche nella dimensione socioculturale e di genere, i dati relativi allo stato di salute e di malattia del singolo individuo, interpretandoli alla luce delle conoscenze scientifiche di base, della fisiopatologia e delle patologie di organo e di apparato; delle abilità e l’esperienza, unite alla capacità di autovalutazione, per affrontare e risolvere responsabilmente i problemi sanitari prioritari dal punto di vista preventivo, diagnostico, prognostico, terapeutico e riabilitativo; della conoscenza delle dimensioni etiche e storiche della medicina; della capacità di comunicare con chiarezza ed umanità con il paziente e con i familiari; della capacità di collaborare con le diverse figure professionali nelle attività sanitarie di gruppo; della capacità di applicare, nelle decisioni mediche, anche i principi dell’economia sanitaria; della capacità di riconoscere i problemi sanitari della comunità e di intervenire in modo competente.
Il profilo professionale dei laureati specialisti dovrà comprendere la conoscenza di:
· organizzazione biologica fondamentale e processi cellulari di base degli organismi viventi; processi di base dei comportamenti individuali e di gruppo; meccanismi di trasmissione e di espressione dell'informazione genetica a livello cellulare e molecolare; nozioni fondamentali e metodologia di fisica e statistica utili per identificare, comprendere ed interpretare i fenomeni biomedici; organizzazione strutturale del corpo umano, con le sue principali applicazioni di carattere anatomo-clinico, dal livello macroscopico a quello microscopico sino ai principali aspetti ultrastrutturali e i meccanismi attraverso i quali tale organizzazione si realizza nel corso dello sviluppo embrionale e del differenziamento; caratteristiche morfologiche essenziali dei sistemi, degli apparati, degli organi, dei tessuti, delle cellule e delle strutture subcellulari dell'organismo umano, nonché i loro principali correlati morfo-funzionali; meccanismi molecolari e biochimici che stanno alla base dei processi vitali delle cellule e le loro attività metaboliche; fondamenti delle principali metodiche di laboratorio applicabili allo studio qualitativo e quantitativo dei determinanti patogenetici e dei processi biologici significativi in medicina; modalità di funzionamento dei diversi organi del corpo umano, la loro integrazione dinamica in apparati ed i meccanismi generali di controllo funzionale in condizioni normali; principali reperti funzionali nell'uomo sano; fondamenti delle principali metodologie della diagnostica per immagini e dell’uso delle radiazioni, principi delle applicazioni alla medicina delle tecnologie biomediche.
I laureati specialisti dovranno inoltre:
· avere acquisito ed approfondito le interrelazioni esistenti tra i contenuti delle scienze di base e quelli delle scienze cliniche, nella dimensione della complessità che è propria dello stato di salute della persona sana o malata, avendo particolare riguardo alla inter-disciplinarietà della medicina;
· ed avere sviluppato e maturato un approccio fortemente integrato al paziente, valutandone criticamente non solo tutti gli aspetti clinici, ma anche dedicando una particolare attenzione agli aspetti relazionali, educativi, sociali ed etici coinvolti nella prevenzione, diagnosi e trattamento della malattia, nonché nella riabilitazione e nel recupero del più alto grado di benessere psicofisico possibile.
Ai fini indicati, i laureati della classe dovranno avere acquisito:
· la conoscenza delle cause delle malattie nell'uomo, interpretandone i meccanismi patogenetici e fisiopatologici fondamentali;
· la conoscenza dei meccanismi biologici fondamentali di difesa e quelli patologici del sistema immunitario e la conoscenza del rapporto tra microorganismi ed ospite nelle infezioni umane, nonché i relativi meccanismi di difesa;
· la capacità di applicare correttamente le metodologie atte a rilevare i reperti clinici, funzionali e di laboratorio, interpretandoli criticamente anche sotto il profilo fisiopatologico, ai fini della diagnosi e della prognosi e la capacità di valutare i rapporti costi/benefici nella scelta delle procedure diagnostiche, avendo mente alle esigenze sia della corretta metodologia clinica che dei principi della medicina basata sull'evidenza;
· una adeguata conoscenza sistematica delle malattie più rilevanti dei diversi apparati, sotto il profilo nosografico, eziopatogenetico, fisiopatologico e clinico, nel contesto di una visione unitaria e globale della patologia umana, e la capacità di valutare criticamente e correlare tra loro i sintomi clinici, i segni fisici, le alterazioni funzionali rilevate nell'uomo con le lesioni anatomopatologiche, interpretandone i meccanismi di produzione e approfondendone il significato clinico;
· la capacità di ragionamento clinico adeguata ad analizzare e risolvere i più comuni e rilevanti problemi clinici, sia di interesse medico che chirurgico, e la capacità di valutare i dati epidemiologici e conoscerne l'impiego ai fini della promozione della salute e della prevenzione delle malattie nei singoli e nelle comunità;
· la conoscenza dei principi su cui si fonda l'analisi del comportamento della persona e una adeguata esperienza, maturata attraverso approfondite e continue esperienze di didattica interattiva nel campo della relazione e della comunicazione medico-paziente, nella importanza, qualità ed adeguatezza della comunicazione con il paziente ed i suoi familiari, nonché con gli altri operatori sanitari, nella consapevolezza dei valori propri ed altrui, nonché la capacità di utilizzare in modo appropriato le metodologie orientate all'informazione, all'istruzione e all'educazione sanitaria e la capacità di riconoscere le principali alterazioni del comportamento e dei vissuti soggettivi, indicandone gli indirizzi terapeutici preventivi e riabilitativi;
· la capacità di riconoscere, mediante lo studio fisiopatologico, anatomopatologico e clinico, le principali alterazioni del sistema nervoso, fornendone l'interpretazione eziopatogenetica e indicandone gli indirizzi diagnostici e terapeutici;
· la capacità di riconoscere le più frequenti malattie otorinolaringoiatriche, cutanee, veneree, odontostomatologiche e del cavo orale, dell'apparato locomotore e di quello visivo, indicandone i principali indirizzi di prevenzione, diagnosi e terapia e la capacità di individuare le condizioni che, nel suindicato ambito, necessitano dell'apporto professionale dello specialista;
· la capacità e la sensibilità per inserire le problematiche specialistiche in una visione più ampia dello stato di salute generale della persona e delle sue esigenze generali di benessere, e la capacità di integrare, in una valutazione globale ed unitaria dello stato complessivo di salute del singolo individuo adulto ed anziano, i sintomi, i segni e le alterazioni strutturali e funzionali dei singoli organi ed apparati, aggregandoli sotto il profilo preventivo, diagnostico, terapeutico e riabilitativo;
· la capacità di analizzare e risolvere i problemi clinici di ordine internistico, chirurgico ed oncologico, valutando i rapporti tra benefici, rischi e costi, anche alla luce dei principi della medicina basata sulla evidenza;
· l'abilità e la sensibilità per applicare nelle decisioni mediche i principi essenziali di economia sanitaria con specifico riguardo al rapporto costo/beneficio delle procedure diagnostiche e terapeutiche;
· la conoscenza dei concetti fondamentali delle scienze umane per quanto concerne l'evoluzione storica dei valori della medicina, compresi quelli etici;
· la abilità e la sensibilità per valutare criticamente gli atti medici all'interno della équipe sanitaria;
· la conoscenza delle diverse classi dei farmaci e dei tossici, dei meccanismi molecolari e cellulari della loro azione, dei principi fondamentali della farmacodinamica e della farmacocinetica e la conoscenza degli impieghi terapeutici dei farmaci, la variabilità di risposta in rapporto a fattori genetici e fisiopatologici, le interazioni farmacologiche ed i criteri di definizione degli schemi terapeutici, nonché la conoscenza dei principi e dei metodi della farmacologia clinica, compresa la farmacosorveglianza e la farmacoepidemiologia, degli effetti collaterali e della tossicità dei farmaci e delle sostanze d'abuso;
· la conoscenza, sotto l'aspetto preventivo, diagnostico e riabilitativo, delle problematiche relative allo stato di salute e di malattia nell'età neonatale, nell'infanzia e nell'adolescenza, per quanto di competenza del medico non specialista, e la capacità di individuare le condizioni che necessitano dell'apporto professionale dello specialista e di pianificare gli interventi medici essenziali nei confronti dei principali problemi sanitari, per frequenza e per rischio, inerenti la patologia specialistica pediatrica;
· la conoscenza delle problematiche fisiopatologiche, psicologiche e cliniche (sotto il profilo preventivo, diagnostico e terapeutico), riguardanti la fertilità maschile e femminile, la procreazione, la gravidanza, la morbilità prenatale ed il parto, e la capacità di riconoscere le forme più frequenti di patologia andrologica e ginecologica, indicandone le misure preventive e terapeutiche fondamentali ed individuando le condizioni che necessitino dell'apporto professionale dello specialista;
· la conoscenza dei quadri anatomopatologici nonché delle lesioni cellulari, tessutali e d'organo e della loro evoluzione in rapporto alle malattie più rilevanti dei diversi apparati, e la conoscenza, maturata anche mediante la partecipazioni a conferenze anatomocliniche, dell'apporto dell'anatomopatologo al processo decisionale clinico, con riferimento alla utilizzazione della diagnostica istopatologica e citopatologica (compresa quella colpo- ed onco-citologica), anche con tecniche biomolecolari, nella diagnosi, prevenzione, prognosi e terapia della malattie del singolo paziente, nonché la capacità di interpretare i referti anatomopatologici;
· la capacità di proporre, in maniera corretta, le diverse procedure di diagnostica per immagine, valutandone rischi, costi e benefici e la capacità di interpretare i referti della diagnostica per immagini nonché la conoscenza delle indicazioni e delle metodologie per l'uso di traccianti radioattivi, ed inoltre la capacità di proporre in maniera corretta, valutandone i rischi e benefici, l’uso terapeutico delle radiazioni e la conoscenza dei principi di radioprotezione;
· la capacità di riconoscere, nell'immediatezza dell'evento, le situazioni cliniche di emergenza nell'uomo, ponendo in atto i necessari atti di primo intervento, onde garantire la sopravvivenza e la migliore assistenza consentita e la conoscenza delle modalità di intervento nelle situazioni di catastrofe;
· la conoscenza delle norme fondamentali per conservare e promuovere la salute del singolo e delle comunità, e la conoscenza delle norme e delle pratiche atte a mantenere e promuovere la salute negli ambienti di lavoro, individuando le situazioni di competenza specialistica, nonché la conoscenza delle principali norme legislative che regolano l'organizzazione sanitaria e la capacità di indicare i principi e le applicazioni della medicina preventiva nelle comunità locali;
· la conoscenza delle norme deontologiche e di quelle connesse alla elevata responsabilità professionale, valutando criticamente i principi etici che sottendono le diverse possibili scelte professionali e la capacità di sviluppare un approccio mentale di tipo interdisciplinare e transculturale, anche e soprattutto in collaborazione con altre figure dell'équipe sanitaria, approfondendo la conoscenza delle regole e dinamiche che caratterizzano il lavoro di gruppo, nonché una adeguata esperienza nella organizzazione generale del lavoro, connessa ad una sensibilità alle sue dinamiche, alla bioetica, all'epistemologia della medicina, alla relazione ed educazione del paziente, nonché verso le tematiche della medicina di comunità, acquisite anche attraverso esperienze dirette sul campo;
· la conoscenza dello sviluppo della società multietnica, con specifico riferimento alla varietà e diversificazione degli aspetti valoriali e culturali, anche in una prospettiva culturale ed umanistica;
· una approfondita conoscenza dello sviluppo tecnologico e biotecnologico della moderna medicina;
· una adeguata esperienza nello studio indipendente e nella organizzazione della propria formazione permanente, e la capacità di effettuare una ricerca bibliografica e di aggiornamento, la capacità di effettuare criticamente la lettura di articoli scientifici derivante anche dalla conoscenza di una lingua dell’Unione Europea, oltre l’italiano, che consenta loro la comprensione della letteratura internazionale e l'aggiornamento;
· la competenza informatica utile alla gestione dei sistemi informativi dei servizi, ed alla propria autoformazione;
· una adeguata conoscenza della medicina della famiglia e del territorio, acquisita anche mediante esperienze pratiche di formazione sul campo;
in particolare, specifiche professionalità nel campo della medicina interna, chirurgia generale, pediatria, ostetricia e ginecologia, nonché di specialità medico-chirurgiche, acquisite svolgendo attività formative professionalizzanti per una durata non inferiore ad almeno 60 CFU da svolgersi in modo integrato con le altre attività formative del corso presso strutture assistenziali universitarie.