L’intestino tenue: organo centrale nel controllo della normalità e della patologia multiorganica.

G. GASBARRINI

     Le funzioni dell’intestino tenue sono numerose e le principali possono essere riassunte in 5 processi:

-         l’assorbimento dei nutrienti;

-         l’attività immunologica, locale e sistemica;

-         il trasporto del cibo, dellele secrezioni e degli altri contenuti luminali;

-         le secrezioni esocrina ed endocrina;

-         la funzione di barriera.

     E’ di quest’ultima che ci occuperemo maggiormente in questo Convegno.

     Bisogna, innanzitutto, premettere, che la particolare morfologia dell’intestino tenue, non solo visto in forma tubulare, ma anche considerando la presenza di pliche di Kerkring, sulle quali si sviluppano i villi, a loro volta rivestiti da epitelio sormontato da micro-villi, ne comporto un incremento sin da coprire un’area equivalente a un campo di tennis con i corridoi del doppio.

      I principali protagonisti della struttura sono gli enterociti , cellule intestinali che rivestono i villi, provvisti di innumerevoli funzioni assorbenti.

    Tali cellule provengono dagli enteroblasti, che si generano e moltiplicano sulle cripte di Galeazzi-Lieberkun. Nel fondo delle cripte sono presenti le cellule di Paneth (Fig. 1).

     Fra gli enterociti si riconoscono le cellule caliciformi che producono muco e che sono presenti in rapporto in media di 1 a 8 rispetto agli enterociti. Negli spazi intercellulari sono presenti i linfociti intra-epiteliali, in numero moderato e maggiore in numerose condizioni patologiche. Si tratta di  una popolazione migrante che proviene dalla lamina propria, ove sono presenti i linfociti, le plasma-cellule ed alcuni neutrofili, in rapporto variabile a seconda dello stadio funzionale della mucosa.

     Sono stati fatti numerosi calcoli per caratterizzare l’altezza e lo spessore dei villi, oltre alla frequenza delle loro forme ramificate e del numero dei cosiddetti villi giganti.

     Lo studio della porzione apicale dei villi intestinali, esprime il destino degli enterociti, che, giunti al termine del loro ciclo vitale, si sfaldano del lume, svolgendo, essi stessi, una funzione digestiva del contenuto intra-luminale.

     Nell’intestino tenue distale (ileo) si riconoscono le placche di Payer, che sono costituite da tessuto GALT (Gut Associated Limphoyde Tissue), a funzione strettamente immunologica, e sono sormontate dalle cellule M, che hanno precise funzioni di controllo e di protezione nei riguardi di germi e di alcune sostanze dannose che possono essere presenti nel lume.

     Nel lume intestinale è presente un vero e proprio “organo”, che ha, fra le funzioni principali, quella “metabolomica”, che esercita il controllo dell’assorbimento intestinale e della produzione di alcune sostanze, che possono validamente, e solo della patologia in maniera anomala, intervenire sulla produzione immunologica della parete intestinale. Tale struttura, detta il “microbiota”,  è costituita da miliardi di germi che possono essere identificati in numerose specie e famiglie: nel complesso, il loro peso è di circa 1,5 kg.

      Il controllo della “barriera mucosa” viene anche condizionato da fattori genetici (geni HLA), che, a seconda delle loro caratteristiche, possono condizionare anche particolari patologie.

      Infine, è opportuno ricordare il cosiddetto “Liver-Gut axsis”, costituito dalle numerose interrelazioni fra l’intestino e il fegato, che controlla la normale funzione dei due organi, cercando di evitare l’insorgenza di patologia epatica e sistemica, ma anche condizionandone alcuni aspetti.  

    

     In definitiva, il passaggio delle sostanze contenute nel lume, non solo nutrienti, ma anche, a volte, dannose per l’organismo, viene condizionato dalla funzione di “barriera”, costituita, come abbiamo detto, dal complesso: enterociti, membrana basale e tessuto linfoide, e delle strutture di trasporto, dall’intestino alla periferia, costituiti dal sistema vascolare, ematico e linfatico, sotto il controllo del sistema nervoso autonomo.

 

 

Per la corrispondenza: Professore Giovanni Gasbarrini Presidente della Fondazione Ricerca in Medicina, ONLUS

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