Fisiopatologia ed Epidemiologia della reazione allergica: update
A. Di Rienzo Businco, L. Di Rienzo Businco*
Le malattie allergiche sono un tema cui i mass media sono molto attenti. Un esempio viene da un recente articolo inglese dove, ad indicare la rilevanza numerica del problema, si parla di Epidemia Allergica. In Italia si stimano 8 Milioni di persone che soffrono di Rinite Allergica: in Europa quasi 70 milioni.
La tendenza a sottostimare la patologia allergica è talvolta legata all’idea che la rinite sia una patologia a basso impatto sintomatologico e di durata limitata. Tuttavia il fatto che più del 50% dei pazienti o ne soffre tutta la vita o per un periodo variabile da 10 a 20 anni, proietta una visione molto meno rassicurante, almeno in termini cronologici. Altro dato molto importante è quello che evidenzia come il numero di sensibilizzazioni sia sempre più alto nei singoli pazienti: 3 persone su 4 mostrano 2 o più allergeni positivi nella risposta dei prick test.
Altro concetto relativamente recente è quello per cui si tende ad indentificare una unitarietà delle vie respiratorie tendente a dimostrare come le Alte vie sono spesso collegate anche funzionalmente alle Basse. Per identificare questo interessamento unitario delle vie aeree sono state coniate diverse sigle o definizioni.
La rinite allergica è oggi considerata un documentato fattore di rischio sia per la comparsa di asma in soggetti con precedentemente sola rinite che di riacutizzazione in soggetti già asmatici. Le evidenze che dimostrano che la rinite allergica sia fattore di rischio per sviluppo di asma vengono sostanzialmente sia dagli studi epidemiologici che dalla valutazione dell’iperreattività bronchiale aspecifica, marker di potenziale sviluppo di asma, nel soggetto rinitico.
A questo proposito, uno studio recente identifica la rinite, non solo allergica ma anche non allergica, come maggiore fattore di rischio per la comparsa di asma, superiore anche alla predisposizione genetica rappresentata dalla atopia.
Un altro lavoro ha evidenziato una certa evolutività delle due patologie. Dal momento che la maggioranza di rinitici a 10 anni di distanza diventano anche asmatici e d’altra parte soggetti inizialmente asmatici nello stesso lasso di tempo diventano anche rinitici. Va sottolineato come l’associazione con asma sia più frequente negli allergici con sensibilizzazioni perenni e come la rinite perenne, anche non allergica sia comunque fattore di rischio per sviluppo d’asma. Anche lo studio della broncoreattività aspecifica (IBA) , marker di potenziale asma, nei soggetti rinitici conferma lo stretto legame fra le due patologie; infatti l’IBA è molto frequente fra i pazienti che soffrono di rinite: la sua presenza è anche fattore di rischio per successiva comparsa di asma conclamata. L’IBA è prevalente nella sensibilizzazione ad allergeni perenni acari e gatto, ad indicare come la presenza costante dell’allergene e il conseguente quadro flogistico giochino un ruolo rilevante nella comparsa di broncoreattività: nei soggetti pollinosici l’IBA è modulata dalla presenza ambientale dell’allergene essendo più marcata nella stagione pollinica.
La rinite inoltre è fattore di rischio per esacerbazioni nel soggetto già asmatico: in uno studio francese c’è l’evidenzia di una correlazione tra la gravità dell’asma e quella della rinite.
Da un punto di vista istologico, l’eosinofilo è la cellula che meglio rappresenta l’infiammazione allergica e la sua presenza è costante sia a livello della mucosa nasale che bronchiale in fase critica. L’infiammazione eosinofila quindi è presente nella patologia allergica in tutto l’albero respiratorio e, come dimostrano vari studi, anche i soggetti con sola rinite hanno un’infiammazione eosinofila clinicamente silente a carico delle vie bronchiali.
Da un punto di vista terapeutico è chiaro che il cardine farmacologico deve essere rappresentato da molecole antistaminiche e/o antinfiammatori steroidei.
I prodotti in commercio rispetto al passato sono minimamente gravati da effetti collaterali e possiedono una potenza d’azione molto specifica; se selezionati con cura, danno immediatamente un sollievo e evidenziano un ottimo controllo dei sintomi sia a carico delle alte che delle basse vie respiratorie.
Nei casi in cui il fenotipo allergico si manifesti con l’ipertrofia dei turbinati (Fig.1), attraverso le metodiche endoscopiche nasali a ridotta invasività operatoria basate su radiofrequenze a Risonanza Quantica Molecolare (senza tamponi ne dolore), è oggi possibile restituire al paziente una corretta respirazione nasale unita al rispetto della sua funzionalità, con sensibile miglioramento dei sintomi allergici rispetto a pazienti trattati con la sola terapia medica.
Infine è opportuno ricordare l’indicazione all’utilizzo dell’immunoterapia iposensibilizzante specifica per il controllo delle malattie allergiche. Studi metanalitici importanti e recenti hanno dimostrato l’efficacia nelle malattie allergiche dei vaccini sublinguali e/o sottocutanei; è importante quindi anche con l’ausilio di strumenti diagnostici avanzati (analisi molecolari, monitoraggio elettronico…) scegliere il vaccino più idoneo ai fini di controllare il meglio possibile l’evoluzione delle malattie allergiche.
Fig.1: Ipertrofia del turbinato inferiore in un caso di rinite allergica persistente moderata-severa, con marcata ostruzione respiratoria nasale
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
Di Rienzo Businco L, Di Rienzo Businco A, Ventura L, et al. Turbinoplasty with quantic molecular resonance in the treatment of persistent moderate-severe allergic rhinitis: Comparative analysis of efficacy. Am J Rhinol Allergy, Volume 28, Number 2, March/April 2014 , 164-168(5)
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Andrea Di Rienzo Businco, Lino Di Rienzo Businco*
U.O. Allergologia pediatrica, Ospedale S.Pertini, Roma
*U.O. Otorinolaringoiatria, Ospedale S.Spirito, Roma