Presidente onorario Prof. Vittorio Lumìa: vita professionale

 

Laura Gasbarrone

 

Vittorio Lumìa nasce a Verona il 25 aprile 1925.

 

Si iscrive al 1° anno della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Roma nel 1943, laureandosi con il massimo dei voti e la lode nel 1949.

Durante il corso di studi universitari è allievo interno dell’Istituto di Patologia Speciale Medica e Metodologia Clinica; dopo la laurea è Medico Interno dello stesso Istituto, fino al 1950, epoca in cui viene nominato Assistente volontario dell’Istituto di Patologia Speciale Medica, rimanendo confermato in tale incarico, presso lo stesso Istituto, con Direttore il prof. Luigi Condorelli, per i successivi anni accademici, sino all’ottobre 1954.

Nel 1951  consegue la specializzazione in Medicina del lavoro presso l’Università di Roma.

Negli stessi anni ‘50 inizia il suo interesse per la Geriatria, materia che ha particolarmente curato durante tutta la sua attività professionale e che ha costituito il suo principale campo di interesse e di attività: partecipa quindi al 1° Congresso Internazionale di Gerontologia a Liegi; nel 1950 è vincitore di una borsa di studio Fullbright assegnata dal Governo degli Stati Uniti d’America per studi di gerontologia.

Su designazione del British Council, nell’agosto 1952 frequenta il Reparto di Geriatria del West Middlesex Hospital di Londra, diretto dal prof. Marjorie Warren.

Nello stesso anno risulta vincitore del pubblico concorso a posti di Tenente Medico nell’Esercito.

A seguito di concorso pubblico, nel 1953 viene nominato Assistente medico degli 00.RR. di Roma presso l’ospedale San Camillo.

Nel frattempo nel 1955 si specializza in Cardiologia presso l’Università degli Studi di Catania con il massimo dei voti e la lode, discutendo una tesi guidata dal Prof. M. Sangiorgi e dal Prof. V. Corsi.

Dopo aver conseguito varie idoneità in concorsi pubblici, nel 1957, viene nominato Aiuto Medico dell’Istituto Addolorata di Roma a carattere geriatrico.

Nel 1963, a seguito di concorso pubblico, torna presso l’ospedale San Camillo in qualità di aiuto medico di ruolo.

Nel 1965 viene incaricato Primario medico sempre nell’Istituto dell’Addolorata, con funzioni anche di Direttore Sanitario fino al novembre 1969.

Dopo varie idoneità a Primario medico ospedaliero nel 1965 presso l’ospedale di Ferrara e a Primario Geriatra presso l’ospedale civile di Monza, nel 1973 viene nominato Primario Geriatra di ruolo nell’ospedale San Giovanni Addolorata di Roma.

Dal 1958 era stato nominato anche Assistente volontario dell’Istituto di Fisiologia Umana dell’Università di Roma, rimanendo confermato in tale ufficio per i successivi anni accademici, sino al 1971.

Nel 1970 perfeziona il suo interesse per la geriatria conseguendo la specializzazione in Gerontologia e Geriatria presso l’Università di Firenze con il massimo dei voti e la lode.

 

Da allora ha curato varie attività di insegnamento: già nel 1958 ha tenuto un ciclo di lezioni su argomenti di medicina geriatrica durante il corso di preparazione professionale per il personale di assistenza dell’Istituto dell’Addolorata.

Nel 1965 consegue la libera docenza in Gerontologia.

Nel 1966 tiene un ciclo di lezioni su argomenti di Medicina Geriatrica per il corso nazionale di preparazione professionale di assistenza degli Istituti per anziani organizzato a Roma dalla FIRAS.

Successivamente è Incaricato dell’insegnamento di “Riabilitazione geriatrica” presso la Scuola speciale per Terapisti della Riabilitazione dell’Università degli Studi di Roma e confermato in tale ufficio per i successivi anni accademici.

Dal 1969 al 1972 è stato titolare del Corso di “Gerontologia e Geriatria” presso la Scuola Medica Ospedaliera di Roma e Regione Lazio.

Dal 1986 al 1989 è professore a contratto nella Scuola di Specializzazione in Gerontologia e Geriatria dell’Università Cattolica di Roma.

Dal 1981 al 1989 Rettore dell’Università della Terza Età di Roma e dal 1989 al 2002 Rettore dell’Università dei 50 & PIU’.

Relatore a numerosi convegni, sempre su tematiche di geriatria: nel 1961 sui “Problemi di alimentazione nell’età senile”, organizzato dall’Opera Nazionale pensionati d’Italia (ONPI); nel 1963 Relatore al Convegno su “Problemi di assistenza in geriatria”, promosso dalla Società Italiana di Gerontologia e Geriatria e dall’OPI; nel 1965 sugli “Aspetti medici e sociali delle malattie a lunga degenza” organizzato dall’Istituto Italiano di Medicina Sociale; nel 1964 sui “Problemi attuali delle linforeticolopatie maligne” in questa Accademia, e nello stesso anno Relatore sul tema “Nuovi orientamenti per l’assistenza geriatrica nel settore ricovero” alla Tavola Rotonda organizzata dalla Società Italiana di Medicina Sociale, Sezione Laziale; nel 1966 Relatore della conferenza cittadina sulla Terza Età organizzata dal Comune di Roma; nel 1969 sulle “Esigenze della popolazione anziana nella società attuale”; Relatore dell’incontro con la stampa sull’assistenza geriatrica, organizzato dall’Ordine dei Medici di Roma nel 1969; sempre nel 1969  Relatore insieme a Ignazio Liotta, Alessandro Perrone e Lucia Quintiliani al Convegno di Ematologia organizzato in questa Accademia dai proff. P. Maroncelli e M. Bufano; nel 1970 Relatore al Dibattito su “La lungo-degenza” organizzato dall’Istituto di Medicina Sociale; nello stesso anno Relatore sul tema “Caratteristiche funzionali e ambientali dei reparti geriatrici e per lungo-degenti” alle III Giornate di studio su “L’Ospedale in Italia”, organizzate dall’Istituto di Medicina Sociale; nel 2002 Relatore al convegno sul tema “La persona anziana, il presente e il futuro nella Società e nella Famiglia” presso la Camera dei deputati.

Redattore di numerose riviste: dal 1969 della “Settimana degli Ospedali” organo dell’Ente Settimana medica degli Ospedali; collaboratore della Rivista “Excepta Medica” di Amsterdam per la sezione di Gerontologia e Geriatria dal 1959; della Rivista 50 & Più, per cui curava la rubrica sulla salute, e ove di volta in volta chiamava a collaborare colleghi di varie specialità.

 Autore Egli stesso di 60 pubblicazioni a stampa, di cui 44 di argomento geriatrico.

Membro di numerose società scientifiche:

nel 1963 Nominato membro della Commissione per i problemi geriatrici istituita dal Ministero della Sanità

nel 1968 Nominato Segretario della Sezione Laziale della Società italiana di Gerontologia e Geriatria;

nel 1968 eletto membro del Comitato direttivo dell’associazione medici Geriatri italiani (1968-1971);

nel 1969 nominato membro della Commissione istituita dall’Amministrazione Aiuti Internazionali (A.A.I.) per l’accertamento delle condizioni degli Istituti per anziani della provincia di Lecce;

nel 1970 eletto membro del Comitato direttivo della Sezione Laziale della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria e confermato Segretario della Sezione stessa.

Dal 1984 al 1988 Presidente della Sezione Laziale della Società Italiana di gerontologia e Geriatria (Firenze 1970) sul tema “Aspetti gerontologici del pensionamento”.

Collaboratore della RAI-TV per rubriche culturali radiofoniche, “il Convegno dei Cinque”, e televisive, “La terza età” su argomenti gerontologici (1968, 1970, 1971).

 

In Accademia Lancisiana è nominato socio nel 1961, Segretario del Consiglio Direttivo nel 1968 e confermato nella carica per i quadrienni successivi fino al 1982, quando viene eletto Vicepresidente. Presidente di questa Accademia dal 1989 al 1997. Dal 1998 è Presidente onorario.

 

 

DAVIS,  CALIFORNIA   li 28 settembre  2007

 

         Al mio carissimo amico e collega, VITTORIO  LUMIA, recentemente scomparso

 

 

          VITTORIO, per me, no, tu non sei scomparso. Sono troppo vivi nella mia mente i giorni, i mesi e gli anni passati assieme soprattutto a studiare. Iniziando nel 1946 come studenti preparando  fisiologia e patologia generale, poi successivamente nella preparazione al concorso per assistente agli Ospedali Riuniti di Roma, poi ancora per le nostre iniziali pubblicazioni fatte in collaborazione.     

La mia espatriata negli Stati Uniti non incise affatto nei nostri rapporti e ad ogni mio ritorno a Roma, trovavamo spesso il tempo ed il modo di rivederci e passare insieme, spesso con le nostre consorti, serate indimenticabili, specialmente teatrali. 

L'Accademia Lancisiana è poi servita da ulteriore cemento, specie negli anni della tua Presidenza.  VITTORIO, stranamente ti sento vicinissimo ed acquisto certezza di poter tornare a passare accanto a te lunghi periodi di conversazioni scientifiche e filosofiche. 

Ti abbraccio con tutti gli altri colleghi ma sempre con quel particolare attaccamento che scaturisce da anni di collegiale amicizia.      

 

Franco NAVAZIO

 

 

 

Commemorazione del prof. VITTORIO LUMìa

 

Alessandro Perrone

 

Agli inizi degli anni ’60 iniziai il mio servizio di assistente ospedaliero, vincitore del relativo concorso, presso l’Ospedale S. Camillo. Nei primi tempi del lavoro presso il reparto Marchiafava mi occupavo, oltre che della corsia, della ECG grafica del reparto. Un ECG particolarmente difficile mi portò a sentire il parere di un altro amico e collega di altro reparto del Marchiafava, Tullio Tentori Montalto, per altro scomparso recentemente. Lui mi disse che dovevamo sentire un altro parere e mi accompagnò da un collega più anziano, l’aiuto di quel reparto: era Vittorio Lumìa. Ho nella mente la fotografia di questo primo incontro di oltre 45 anni fa; il prof. Lumìa era appoggiato di spalle al termosifone, nella stanza della caposala; accolse con un sorriso la mia presentazione e prese l’ECG che avevo portato; dopo pochi attimi disse che senz’altro il collega Tullio Tentori ed io avevamo correttamente letto il tracciato, ma… e fece alcune precisazioni che praticamente erano una rilettura di quel benedetto ECG. Quella fu la prima lezione di medicina e di deontologia di Vittorio Lumìa nei miei riguardi: di medicina, perché mostrò tutta la sua preparazione e competenza in quella lettura; di etica professionale per la tranquilla correttezza con cui, dandoci ragione, ci dimostrò che avevamo torto.

Ho usato parole come sorriso, competenza, etica, correttezza; queste e tante altre descrivono chi è stato Vittorio Lumìa.

Il rapporto professionale in ospedale divenne ancora più stretto quando Vittorio fu aiuto nel reparto ove ero assistente, con primario Medico il prof. Pietro Maroncelli.

Vittorio era sempre pronto ad aiutare chi di noi aveva bisogno di aiuto; ottimo moderatore tra il carattere piuttosto difficile del prof. Maroncelli e le esigenze di tutti noi. Il primario lo considerava un consigliere prezioso, cauto ed avveduto nei giudizi. Noi assistenti lo vedevamo come un fratello maggiore, più bravo e più esperto di noi tutti, nella medicina e nella vita.

In quegli anni il prof. Maroncelli fu eletto Presidente della Accademia Lancisiana e chiamò Vittorio Lumìa come segretario; Vittorio a sua volta volle me come vice segretario.

Fu l’inizio di un sodalizio durato finora: lui Presidente per due mandati quadriennali, io nominato da lui Segretario. Poi un giorno, guardandomi tranquillamente negli occhi, mi disse: ora tocca a te. Ebbi netta la sensazione del “Domine non sum dignus” e glielo dissi; Vittorio con tutta la cortesia, direi la dolcezza, di cui era capace mi spiegò che c’era una logica in questa continuità di lavoro comune. Fece poi un lavoro di promozione nei riguardi degli altri Accademici che portò alla mia prima elezione.

Mi si affollano nella mente mille ricordi di tutti gli anni passati insieme in ospedale ed in Accademia; quello che è certo è che Vittorio Lumìa è stata la persona, naturalmente dopo i miei genitori, che ha più influenzato il mio modo di essere.

Mai aggressivo ma nemmeno accomodante; esprimeva sempre con chiarezza le sue opinioni ed i suoi sentimenti ed attendeva serenamente il confronto con le opinioni altrui: anche nei momenti di maggiore tensione, sia al letto del malato, sia nei Consigli Direttivi dell’Accademia Lancisiana o in ogni altra situazione era pronto all’ascolto dell’altro, con rispetto e meditata attenzione.

Come nostro Presidente non ammetteva compromessi o favoritismi a volte richiesti: sosteneva, e credo a ragione, che comportamenti ambigui avrebbero solo generato scontento ed esposto la parte ad altri eventi analogamente non corretti. Insomma era un uomo giusto, userei anche l’attributo mite, buono, paziente, generoso, capace di profonda amicizia e di intelligente partecipazione ai problemi dell’altro.

Lo ringrazio per tutto quello che ha fatto per l’Accademia; lo ringrazio perché è stato per me, oltre che un incomparabile amico, un maestro di vita.

Mi manchi Vittorio…