Commemorazione di ALDO MONTUORO
LEONARDO PACILLI
La commemorazione del dr. Aldo Montuoro costituisce per me un momento doloroso, ma del quale non mi sarei privato per nulla al mondo in rapporto al legame di natura affettiva che ci legava fin dalle prime esperienze in campo ematologico, in un percorso che avremmo in seguito effettuato insieme condividendo le difficoltà e le soddisfazioni in campo professionale e stringendo sempre di più rapporti coinvolgenti i nuclei familiari nel cui contesto vivevamo le ore non dedicato al lavoro.
Vorrei limitare nell’esposizione i meriti professionali, peraltro ampiamente conosciuti, del dr Montuoro, dopo il conseguimento in giovane età della specializzazione in Ematologia nella seconda metà degli anni ’70 presso la cattedra di Ematologia dell’Università di Roma sotto la guida del prof Franco Mandelli , di cui Aldo era uno dei pupilli , meriti consistenti nel peso determinante ,insieme ad un numero esiguo di colleghi, svolto nella nascita,crescita ed affermazione della divisione di Ematologia dell’Ospedale S.Camillo di Roma.
Il mio legame con Aldo inizia nei primi anni ‘70 presso la cattedra di Ematologia dell’Università degli studi di Roma dove, in un ambiente pieno di entusiasmo, univamo le esperienze professionali con momenti di spensieratezza costellati da numerosi incontri aventi come sede la casa di Aldo sia a Roma che a S.Benedetto e presso il comune di Castignano in cui ci cimentammo per alcuni anni, anche con anche altri colleghi a rotazione, nella sostituzione estiva delle attività del medico condotto con la finalità di conseguire un sollievo di natura economica necessario a non gravare sulle famiglie nel periodo della specializzazione in Ematologia.
Conseguita la specializzazione, la possibilità di intraprendere nuovi percorsi sembrava poter dividere le nostre strade, e non posso dimenticare come la venuta al S.Camillo di Aldo sia stata motivata dalla presenza mia e di Nicola Petti , lui che era in una posizione privilegiata rispetto a noi due in relazione ad una possibile prosecuzione di attività in ambiente universitario.quello fu per lui un periodo caratterizzato da turbamento legato all’abbandono della struttura del prof Mandelli, accompagnato però dalla gioia e dalla prospettiva di creare un qualcosa di valido da un punto di vista professionale in un ambito di fraterna amicizia e di condivisione di un percorso difficoltoso.
Abbiamo trascorso nel corso di 20 anni più tempo insieme io Aldo e Nicola che con le nostre famiglie, riuscendo a conciliare l’attività professionale con le esigenze delle nostre famiglie con particolare attenzione nei miei confronti per quanto riguarda le ferie ed i turni di guardia impegnativi.
Le difficoltà e l’impegno, ampiamente oltre il normale orario di servizio, non ci hanno mai condizionato permettendo di ottenere risultati anche a livello scientifico equiparabili a strutture universitarie in cui notoriamente non fa difetto il materiale umano.
I risultati ottenuti, se mai ce ne fosse stato bisogno, hanno avvalorato la decisione di Aldo di condividere un’esperienza così esaltante.
Personalità estremamente eclettica dotata di intelligenza vivissima, il suo campo di interesse sin dall’infanzia e prima giovinezza ha trovato applicazione nel campo della musica senza nulla togliere alla formazione che lo ha portato al conseguimento della Laurea in Medicina e Chirurgia con il massimo dei voti e con un percorso di esperienza in più settori specialistici fino alla scelta che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita dell’Ematologia.
All’età di 8 anni ha iniziato il suo rapporto affettivo con il pianoforte passando dalle fasi iniziali di apprendimento alla esecuzione di composizioni sempre più complesse ( Puccini, Chopin, Liszt (il preferito) ,Mozart) nell’ambito di concerti tenuti inizialmente a livello amatoriale e successivamente,su invito, presso la sala Borromini, L’Associazione Italiana S.Cecilia, l’Aula magna dell’Istituto del Turismo, etc.
Si dilettava altresì nell’arte del disegno con numerose composizioni in bianco e nero e amava scrivere favole completandole con disegni appropriati e amava trasformare opere come per es Giulietta e Romeo in recite per bambini.
Nei primi anni ‘80 la necessità , a fronte di esigenze evidenti,di integrare l’operato delle strutture ospedaliere ha coinvolto Aldo nel progetto e nella realizzazione della SANES, un’associazione non a scopo di lucro che si occupasse delle problematiche non soddisfatte dei pazienti ematologici e delle loro famiglie, in particolare di situazioni bisognevoli di prosecuzione di assistenza senza ospedalizzazione ( pazienti stranieri o di altre regioni) con la creazione di case accoglienza in cui si potessero soddisfare problematiche di permanenza in vicinanza della struttura ospedaliera.
Estremamente orgoglioso della sua professionalità, in un momento difficile per la divisione di Ematologia del S.Camillo dovuto al cambio di guida apicale, ha saputo mettersi in discussione svolgendo la sua attività sempre in campo ematologico presso l’IME inizialmente al S.Camillo e successivamente presso il Policlinico Tor Vergata,cimentandosi in nuovi campi di applicazione.
Il destino non gli è stato favorevole per la sopravvenuta malattia di natura ematologica ,da me condivisa sin dall’esordio alcuni decenni fa, con la perfetta conoscenza del quadro patologico e soprattutto della sua naturale ed inevitabile evoluzione, senza però che questa consapevolezza potesse minimamente condizionare il suo percorso di vita e soprattutto risentirne il contorno affettivo e professionale.
Sapeva ,ma solo per i risvolti di natura pratica, di poter contare su di me, gestendo la malattia in modo autonomo.
Solo negli ultimi mesi,in considerazione delle mutate condizioni fisiche, con estrema umiltà si è affidato all’ambiente sanitario in cui aveva lavorato, trovando un completo riscontro soprattutto da un punto di vista affettivo, senza mai interferire, pur avendone la competenza, con le decisioni terapeutiche intraprese.
Non vi è stato nella vita degli ultimi anni, pur in presenza di una condizione fisica non ottimale, un momento o un periodo di non applicazione in campo professionale quasi nel pudore di farsi vedere dai pazienti in una condizione che non li rassicurasse .
Solo negli ultimi anni la consapevolezza di un percorso di malattia inesorabile, ha trovato espressione in campo poetico attraverso la elaborazione di numerose composizioni,delle quali alcune raccolte e pubblicate, che testimoniavano la sua sofferenza e la difficoltà di proiettarsi nel futuro.
Il rimpianto per la perdita di una persona con una notevole carica umana.che ha lasciato un segno indelebile in tutti coloro che lo hanno conosciuto , frequentato e apprezzato, è stato però accompagnato, per iniziativa da parte di un gruppo di persone particolarmente legate a lui, dalla creazione e dal sostegno di un’attività a suo nome nell’ambito della SANES con risvolti importanti a livello assistenza domiciliare ematologica.
La presenza di numerosi amici in questa sala testimonia il loro rapporto con Aldo di cui hanno apprezzato oltre alla professionalità soprattutto la sua grande umanità.
Un saluto ed un abbraccio particolarmente sentito è da me rivolto alla mamma sig. Vittoria,figura che costituisce un esempio per la modalità contrassegnata da dignità e compostezza ,frutto di caratteristiche trasmesse ad Aldo, con cui ha condiviso le difficoltà di Aldo negli ultimi mesi di vita e soprattutto dopo la sua scomparsa, alla moglie Daniela, per come ha affrontato e gestito le fasi di sofferenza del marito ed a Giulia nella consapevolezza che gli esempi del padre le saranno sempre accanto lungo il difficile percorso della vita.