Gaspare Aselli è uno dei principali iniziatori della moderna scienza della medicina: la sua scoperta dei vasi chiliferi , avvenuta  il 23 luglio 1622,servì soprattutto a dare una grandissima spinta al progresso dello studio dell’anatomia e della fisiologia.

Gaspare Aselli nacque a Cremona, probabilmente nella Piazza San Domenico, quella ove si trovava fino al secolo scorso l’omonima chiesa, più o meno gli attuali giardini di Piazza Roma, nel 1581, in piena dominazione spagnola.

Gaspare compì gli studi classici, di lettere e filosofia, in città poi per la sua propensione per le materie naturalistiche,  venne avviato allo studio della medicina presso l’Ateneo di Pavia

Una volta conseguita la laurea e divenuto un eccellente chirurgo, l’Aselli si trasferì a Milano, di cui divenne cittadino onorario e dove, in breve, tra il 1612 e il 1620, venne elevato da Hutardo de Mendoza, governatore spagnolo in Milano, alla carica di Primo Chirurgo degli eserciti spagnoli in Italia.

Il 23 settembre 1622 Aselli vivisezionò un cane da pochissimo tempo alimentato con lo scopo di studiare le fasce addominali del diaframma. Sollevando l'insieme degli intestini per mettere bene in evidenza il muscolo, notò un grande numero di filamenti bianchi ramificati in tutto il mesenterio e in parte dell'intestino. In seguito alla loro incisione, egli comprese non trattarsi di nervi, bensì di canali portatori di un liquido bianco simile al latte. Denominò i nuovi vasi "aut lacteas, sive albas venas". Lo studio sistematico dei vasi chiliferi e le conseguenti conclusioni teoriche vennero presentati da Aselli nel 1627 nell'opera che vide la luce a Milano con il titolo De lacteis sive lacteis venis, quarto vasorum mesaraicorum genere novo invento dissertatio.


I medici avevano sempre pensato, a partire da Galeno, che i prodotti della digestione giungessero al fegato - a cui spettava in modo esclusivo la funzione ematopoietica - e al sangue attraverso le vene mesenteriche. Con la scoperta dei vasi chiliferi e della circolazione della linfa, che si immette nel sistema venoso presso la vena cava, Aselli dette un contributo decisivo all'eliminazione del mito galenico della centralità del fegato nella fisiologia, già compromesso dalla dimostrazione della circolazione del sangue di William Harvey.

 

Nel 1624, grazie alla fama che si era procurato e alle sue  pubblicazioni, ottenne la cattedra dell’Università di Pavia, ma solo per pochi mesi. Infatti a 44 anni morì a Milano.

Venne sepolto nella chiesa di San Pietro Celestino, presso il ponte di Porta Orientale (l’attuale Porta Venezia).

Sulla sua lapide marmorea, ora scomparsa, si leggeva: “Al compianto Gaspare Aselli, uomo per soavità di costumi incomparabile, cittadino cremonese, pubblico professore di anatomia e chirurgia all’Università di Pavia e durante la guerra cisalpina protochirurgo dell’esercito regio (spagnolo), che morì nel XLV anno, Alessandro Tadini e Senatore Settala del collegio dei nobili di Milano, filosofi e medici, all’ottimo amico mestissimi posero – XXIV aprile MDCXXVI”.